08-02-2024 ore 18,00: Caffè Letterario al Suburbio con la presentazione del libro LEGENDARY di Sandra Azzaroni

Cari amici,

lo scorso giovedì pomeriggio abbiamo tenuto il primo incontro del “caffè letterario al Suburbio” un evento culturale dedicato alla presentazione di libri.

Ha aperto per così dire la “stagione” la scrittrice Sandra Azzaroni con il suo “LEGENDARY” un romanzo  che si muove tra la sci-fi, il fantasy, il genere thriller ma è anche elegia e ricco di ironia.

Di seguito la presentazione del libro e dell’autrice. In fondo due brani eseguiti dal chitarrista Matteo Brandani durante l’evento.

PRESENTAZIONE LIBRO
Sandra scrive così:
“il mio tipo di romanzo è molto difficile da raccontare tramite sinossi. Rischia di sembrare banale, o noioso mentre è l’esatto contrario (beh, secondo me, ovvio!) Pensavo quindi di usare un brano preso dal romanzo, che possa, senza troppe parole, mostrare qual è lo stile, in che luoghi (reali o no) si svolge e, a un livello più profondo, che cosa si accinga a narrare.
“Mya cercava di essere spiritosa, o di creare frasi ad effetto, per tentare di esorcizzare l’ansia che l’attanagliava da quando aveva lasciato la casa di Bourtange. Sapeva bene che l’ansia non dipendeva dal mare né dalla povera barca scassata: per quanto la riguardava, Mya avrebbe potuto nuotare fino all’Isola, grazie alla confidenza che aveva con l’oceano. Sapeva anche che l’ansia non dipendeva dalla paura dello scontro col nemico, scontro che, inevitabilmente, si avvicinava sempre di più. Mya non temeva il nemico, non sapeva che aspetto avesse ma non provava ad immaginarlo, per lei era reale e irreale allo stesso tempo. Inoltre era certa di non provare ansia a causa di Jessie, Rigel, Betelgeuse o di chiunque altro, che fosse Sparkling, Umano o a qualsiasi altra specie appartenesse; erano in pericolo, erano tutti in pericolo, lei lo sapeva bene, ma non era il pericolo a farle provare quel disagio.”Alleato, perché mi sento così? Insicura, afflitta, irrequieta, frenetica… è sempre colpa della mia parte umana?””Al contrario, Portatrice – rispose Pi, andando controvento di bolina – non c’è niente d’umano nel tuo malessere…è l’Isola, è solo l’Isola a farti sentire così” Mya annuì, pur senza comprendere e si raggomitolò sotto al telone. Poi, piano piano, il movimento della barca sull’acqua la rilassò fino a farla addormentare. Dormiva già da qualche minuto quando, nel sogno, si ritrovò a correre. Correva a gran velocità, ma in quella corsa c’era qualcosa di strano e ben presto comprese il perché: attraversava una radura a capofitto, correndo a quattro zampe. Era una lupa grigia e correva per sopravvivere, dando la caccia, insieme al suo gruppo familiare, ad una grossa e veloce femmina di wapiti. Continuando ad accelerare, lanciò uno sguardo al suo compagno: ormai, per capirsi, bastava un’occhiata o un’immagine inviata telepaticamente. Erano una coppia fedele già da qualche anno e avevano messo al mondo ben quattro nidiate di piccoli lupi. Insieme avevano conosciuto fame, freddo, gelo, malattie e il dolore di veder morire i propri figli, per non parlare della paura dell’uomo, che da sempre cercava di sterminarli. La lupa e il suo compagno spinsero la wapiti nella direzione in cui l’aspettavano i loro giovani figli. La caccia rappresentava la vita stessa, e la vita era incredibilmente dura, oltre che subdola e ingiusta. Il gruppo familiare dei lupi non mangiava da giorni, e se non fossero riusciti a catturare quella cerva dopo aver speso le loro ultime energie le cose si sarebbero messe molto male.Il sogno di Mya era più che vivido: provava la fatica della corsa, sentiva il sudore bagnarle il sottopelo, aveva nelle narici l’odore della wapiti e l’adrenalina le pulsava nel cuore. Poi qualcosa cambiò e Mya si trovò a vivere nel corpo e nello spirito della cerva in fuga. Era una cerva adulta, nel pieno della vita: nel suo utero stava crescendo un piccolo wapiti, ma era stato concepito da pochi giorni e il suo ventre non ne portava ancora il segno. La cerva era molto veloce, e i suoi zoccoli sembravano solo sfiorare il terreno da quanto galoppavano al massimo della velocità. Mya sentiva il cuore battere all’impazzata, per la fatica e per la paura, finché intuì che i due lupi che la braccavano stavano perdendo terreno, e per due o tre attimi pensò che ce l’avrebbe fatta. Sì, lei e il suo feto di cerbiatto potevano vivere, almeno per quel giorno. Ma poi, davanti a lei, apparvero tre giovani lupi che le bloccarono il passaggio. Mya si impennò e rapida girò la testa prima a sinistra e poi a destra, alla disperata ricerca di una via di fuga, ma i cinque lupi si erano posizionati tutti intorno a lei: l’avevano accerchiata e la folle corsa era finita. Il lupo maschio, da dietro, le saltò addosso e affondò zanne ed artigli fra natica e ventre, facendola cadere a terra. A quel punto arrivarono gli altri quattro e iniziarono a sbranarla. La wapiti ci mise alcuni minuti a morire e in quei minuti Mya provò la sofferenza, la disperazione e infine la rassegnazione della cerva che veniva divorata, ma allo stesso tempo provò anche le sensazioni della lupa: la fame finalmente placata, il gusto del sangue e della carne in bocca e il sollievo di vedere figli e compagno finalmente a stomaco pieno. Mya era la preda ed il predatore e provava, quindi, la folle sensazione di divorare se stessa.Nel medesimo istante in cui la femmina wapiti esalò il suo ultimo respiro, Mya ritrovò le sue attuali spoglie, ma la situazione non mutò radicalmente: denti aguzzi le stavano ancora lacerando la carne, e non erano i denti di cinque lupi ma zanne orribili di un gran numero di demoni. Mya sapeva di trovarsi all’interno di un sogno, ma così com’era stato per le sensazioni della lupa e della cerva, anche adesso era tutto reale: l’orrore, il dolore, l’inamovibile presenza dell’Incomprensibile, tanto che si ritrovò ad urlare:”Alleato, svegliami! Alleato, aiutami! Perché, perché, perché mi hai abbandonato?!!!”Ma ben presto capì che quelle urla riempivano le sue orecchie ma non la sua bocca, e quando gli occhi riuscirono a spostarsi quel tanto che bastava per riuscire a vedere braccio e mano, osservò con raccapriccio che carne, muscoli, pelle non esistevano più: tutto quello che le era rimasto era lo scheletro, e questa consapevolezza fu così devastante che ogni cosa iniziò a girarle attorno, sempre più veloce, finché la velocità trasformò il volto dei demoni nel muso bianco e nero di creature pelose dall’aria mite e gentile, e le orribili zanne mutarono in morbide e rosee lingue che cercavano di lenire le sue ferite. A quel punto saltò in piedi sulla barca, con uno scatto così repentino che rischiò di rovesciarla: finalmente era di nuovo sveglia. Con grande stupore vide che stava albeggiando, e che il buio della notte aveva lasciato posto a un cielo rosa pallido con tante piccole nuvole candide.”
PRESENTAZIONE AUTRICE
“Ritratto di Sandra Azzaroni come scrittrice”
scrittrice fin da quando, in prima elementare, scrivevo favole, il primo libro l’ho pubblicato con Stampa Alternativa di Baraghini e si chiamava “Hotel California”, ispirato alla canzone degli Eagles; è quel posto dove una volta entrato non riesci più a uscirne e l’ultimo verso della canzone, mi fece pensare a un ospedale dove avevo visto morire un paio di anni prima la mia migliore amica di Aids. Il libro fu inaspettatamente recensito da Augias e vendette le duemila copie pubblicate. Era la fine degli anni ’90, a cavallo fra l’internet degli inizi e la nuova internet veloce e dei social che sarebbe arrivata intorno al 2005.
Con le nuove tecnologie le cose sono cambiate radicalmente e situazioni difficili da comprendere mi hanno fatto tenere per tanti anni alla larga dai campi che avevano a che fare con la scrittura.
Più tardi ho pubblicato per un editore di Brescia, “Temperino Ross”o, un libro per bambini piccoli, in rime e illustrato da me in kid style , una piccola favola antirazzista, con un drago nato rosa invece che verde, ma pubblicato in pieno lockdown, e senza pubblicità non vendette nulla.
Adesso, dopo qualche anno ci riprovo con Legendary, questa trilogia in un libro unico, che è uno strano tipo di fantascienza, un po’ fantasy un po’ thriller, dove antiche leggende si mescolano alla religione, dove il rapporto fra esseri umani e creature non umane ma consapevoli o extraterrestri che abitano il nostro pianeta è un po’ anche il rapporto con la diversità e dove c’è spesso anche ironia.
Nel 2020 ho aperto un sito, un blog, www.ostinataecontraria.com dove scrivo articoli che parlano di media, di cultura, letteratura, musica, mito, attualità.
Scrivo e scrivo tanto e sempre: questa sono io! Con mille difficoltà economiche, ritengo che, alla fine, i soldi servano per vivere, ovvio, ma si scrive per gli altri, con l’intenzione di comunicare il proprio mondo, la propria disperazione, le proprie speranze, se ci sono, e quando scatta il meccanismo della vera condivisione, dell’ identificazione, quando la tua empatia raggiunge anche una sola persona con le parole che hai scritto, è allora che crei Cultura.

 

Di seguito una breve galleria fotografica

Questi invece i brani eseguiti dal chitarrista Matteo Brandani durante il pomeriggio:

Like Someone in Love

Night and Day

La registrazione “live” dell’evento si trova nel nostro canale YT:

Evento del 8 febbraio 2024 ore 18 – Presentazione “LEGENDARY”

2 risposte a “08-02-2024 ore 18,00: Caffè Letterario al Suburbio con la presentazione del libro LEGENDARY di Sandra Azzaroni”

  1. La serata è stata molto bella, e anche parlare da sola di fronte a tante persone è stato più facile del previsto. Comunque la presenza di Matteo Brendani che ogni tanto suonava è stata fondamentale. Grazie per quello che avete scritto sul vostro sito, a parte la pagina presa dal libro, il resto non ricordavo di averlo scritto ed è stato bello rileggerlo! Per il resto fate un ottimo lavoro e lo fate con passione, che è tutto. Verrò molto presto. Spero di riuscire a venire al tribute per Massimo. Un abbraccio e ancora grazie, Sandra

    1. Grazie Sandra.
      Per noi è stato di grande interesse e piacere averti ospitato. Complimenti ancora per il tuo libro.
      Ti aspettiamo

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